Ottavio Nulli Pero : un passato da Segretario generale della Cisl dell’Umbria, poi Sindaco di Todi. Con una passione , la politica

17.06.2014 14:41

Ottavio Nulli Pero : un passato da Segretario generale della Cisl dell’Umbria, poi Sindaco di Todi. Con una passione , la politica. E’ un incipit  corretto?

 

R. Sì. E bisognerebbe chiedere a qualcun altro se si è comportato altrettanto correttamente. Lo chieda, poi me lo faccia sapere, anzi lo faccia sapere a tutti i lettori. E’ un suo diritto –dovere di giornalista. Anzi inviti a farlo anche agli altri giornalisti. Comunque la ringrazio e le spiegherò. A parte il lavoro autonomo o gli impegni nel volontariato che di solito sono sempre compatibili penso Lei si riferisca Al Sindacalista e al Sindaco.

Le due cariche(elettive cioè: politica e sindacato) in effetti sono incompatibili , ma io per estrema correttezza e per evitare problemi sul momento in cui scatta la incompatibilità mi sono dimesso ancor prima di accettare la candidatura a Sindaco.

Troppo comodo dimettersi dopo, senza correre alcun rischio. Chi ha paura del posto non può far politica perché ne rimane imprigionato ; perciò non più libero di dare il meglio.

 

D. Stiamo affondando o no?

R. Ci siamo sicuramente molto vicino. Tuttavia credo che se si fanno alcune cose possiamo ancora evitare il peggio. Ma di tempo non ce ne è molto . Anzi penso sia tutto scaduto. Ma io confido molto negli Italiani e penso che se sarà data loro la possibilità siano ancora in grado di capovolgere le sorti del Paese.

Ma la strada delle scelte della politiche non è quella giusta.

 

D. perché siamo arrivati a questo punto?

R. Le cause sono molte , ma sono convinto che i Governi di questi ultimi venti anni hanno tirato avanti , sottovalutando la crisi o negandola non solo agli agii altri ma anche a se stessi. Ma soprattutto non hanno governato, ma solo amministrato ( e male ) il Paese.

 

D. il rilancio da cosa parte?

R. E’ sbagliato pensare che il fare una cosa automaticamente generi sviluppo . E’ il concorso di più cose di più fatti che possono mettere in movimento lo sviluppo.

Detto questo , per iniziare ne bastano poche ma forti, direi di orientamento. Per primo mettere a punto un sistema di lotta vera alla corruzione in tutte le sue manifestazioni ed articolazioni. Veda la corruzione si combatte solo in un modo . Nell’atto criminoso che si mette in piedi c’è sempre un corruttore ed un corrotto. Quantificando anche gli anni di carcere o le multe, come pene che definirei accessorie . La pena vera è quella di mettere entrambi nella condizione di non ripetere il reato . Allora il pubblico dipendente o il politico o il professionista o l’imprenditore deve andare a casa subito , e non debbono avere più la possibilità nemmeno di contatti con la cosa pubblica. Mai più lavoro con le Pubbliche Amministrazioni di nessun tipo ,né dipendente né autonomo, né di appalti di opere. Insomma deve vivere l’isolamento più totale dalle Istituzioni e dagli uffici pubblici. Forse negare loro anche l’esercizio di alcuni diritti civili attraverso i quali si può ricreare il contatto. Insomma colpire l’interesse vero che ha generato il reato E poi occorre metodo per scovarla. Esistono protocolli firmati anche dall’Italia con quasi tutti paesi del mondo per la lotta alla corruzione , rimasti inapplicati. Se si fosse agito così in passato all’ EXPO, AL MOSE, alcuni personaggi non avrebbero nemmeno circolato. Ha ragione il commissario a pretendere gli strumenti per lavorare. Poi c’è da fare la riforma della P.A. e quella del fisco. Le linee sono arcinote e declamate da tutti salvo tradurre in pratica. Ora è arrivato ed è stato superato il tempo massimo..

 

D. Cosa dire del Premier Renzi?

R: Che ha elencato una riforma al mese e forse qualcosa di più , ma che finora se ne è vista una e fatta male.

In sostanza ha promesso di più, ha individuato anche punti giusti, ma poi una scarsa coerenza e spesso un pessimo modo per affrontarli e risolverli concretamente.

 

D. Pregi e difetti del Governo Renzi :

R. : Ha avuto il pregio di utilizzare un modo nuovo per affrontare i problemi , ma quello più tradizionale e più vecchio per risolverli. In sintesi, meno rottamazione, qualche demolizione, ma anche qualche costruzione.

 

D. Problema lavoro: lei se ne intende visto il suo passato di sindacalista. Perché ci sono tanti senza lavoro?

R. Ci sono per la crisi generale . Ma soprattutto la situazione è figlia di una politica finanziaria attenta ai mercati speculativi ed ai mercanti ,molto meno all’economia reale. Quella che produce, che genera occupazione e mercato e ricchezza. Insomma quella che determina il PIL e fa variare i rapporti tra export ed import .

La ricchezza si importa così . E deve essere chiaro che i capitali non si esportano. Per nessuna ragione.

Le risorse si spendono dove sono state guadagnate . Il principio e la sua applicazione eliminerebbe tanti problemi. Salvo investimenti ma è un capitolo particolare e deve essere ben regolamentato. Gli utili devono tornare comunque.

 

D. l’Italia è un paese antico o moderno?

R. E’ un paese antico con velleità moderne.

Solo i monumenti debbono essere conservati antichi. Anche le tradizioni possono e debbono vivere un

ambiente moderno. Tenga conto che sta cercando di rinnovarsi anche la Chiesa.!!

 

D. L’euro è ancora di moda?

R. Le imposizioni è difficile accettarle come una moda. L’ euro non è un vestito che non abbiamo scelto; forse anche per quello ci va stretto. Ma aldilà della battuta il problema è di sostanza. Ad essere generosi e brevi si può dire che è stato un errore di strategia in quanto partendo dalla moneta non si unifica niente.

E comunque è arrivato sicuramente nel periodo sbagliato.

 

D. A che ci serve l’Europa?

R. Un' Europa servirebbe a tutti. Questa Europa concepita così a nessuno. Per ora se ne è giovata di più la Germania , in futuro non lo so . So che nell’interesse di tutti va modificata profondamente.

 

D. l’ Italia può fare da sé?

R. Ora la globalizzazione non consente a nessuno di fare politiche autarchiche , quindi è necessario intenderci sul significato di fare sé. E’ assolutamente in grado di decidere da sé. Sa che con la politica dell’austerità non si va da nessuna parte . Anzi si va verso la regressione. Sa che ha grandi risorse umane da cui poter attingere. Non a caso è la settima potenza del mondo. I nostri predecessori lo sapevano chi ci governa deve impararlo.

 

D. I pericoli.

R. Se ci muoviamo bene non vedo pericoli, almeno superiori a quelli attuali. Il pericolo è una lungo periodo di disoccupazione , la stagnazione ,la perdita di fiducia delle imprese verso il sistema Italia.

Perciò dobbiamo uscire velocemente da l tunnel senza luce nel quale ci siamo cacciati.

 

D. Cosa fare per prima cosa?

R. Una vera campagna di moralizzazione del Paese . Non a chiacchiere ma con provvedimenti seri .

Una riforma della burocrazia e delle istituzioni a tutti i livelli , riportando nel normale tuto ciò in cui abbiamo debordato. ( qui ci sta tutto ,dagli stipendi agli sprechi, dal numero alla qualità della rappresentanza).

 

D. il governo Monti ha significato, tra le altre cose, il crollo del valore degli immobili. Alcuni stimano in addirittura venti anni il tempo necessario per la ripresa del settore, uno dei caposaldi della ricchezza delle famiglie italiane.

R. Il Governo Monti ha messo in ginocchio l’edilizia che è stato sempre uno dei motori dello sviluppo.

Non so quanti anni occorreranno per risanare i danni al settore. Certamente ha cercato di prelevare il massimo dal patrimonio immobiliare tassandolo in tutti i modi. E’ falso dire che Monti non ha messo la patrimoniale. Anzi non ha colpito i grandi patrimoni , ma tutti i patrimoni, facendo diventare anti –economico qualsiasi investimento nel settore immobiliare. Al resto ci hanno pensato le banche chiudendo i rubinetti di uscita, mentre in entrata arrivavano "fiumi di denaro" a tassi irrisori.

 

D. Che cosa le è piaciuto di più della sua carriera?

R. Difendere la parte più debole . Sempre. Da sindacalista a da Sindaco. Questo non per un dogma politico ma per un dovere morale che significa lasciare spazio anche agli altri. Non sono per le dittature; nemmeno quelle del proletariato.

 

D. Che cosa vuole fare adesso?

R. Vorrei continuare a dare il mio contributo senza alcuna ambizione di carriere . Ma vorrei veder un Paese , il mio Paese, rinato e potermi dire soddisfatto: c’ero anche’ io. Mi basta.