BONUS BEBÈ E IMPROVVISAZIONI

03.12.2014 16:24

                                      

Cosi come previsto nella versione iniziale  dal Governo Renzi il “bonus bebè" aveva solo

un senso  elettorale.     Infatti potevano attingervi tutti coloro che avevano

un reddito al disotto di 90.000 € annui . Il  periodo di crisi in cui il provvedimento

 cala  fa presumere che sia un aiuto per le famiglie che avranno un  figlio nato

dopo il 1 Gennaio 2015 . La misura vale per tre anni.(2015-2018 ). Bene ciò significa che

 è un provvedimento completamente slegato  ai bisogni della famiglia con figli. Questo

perché la crisi non scatta il 1 gennaio 2015 . Sfido allora Renzi a spiegare quale differenza

passa (sotto il profilo delle difficoltà tra una famiglia con un bambino nato nel 2014

 magari anche il 28 dicembre) ed una con un bambino che nascerà  il 1 gennaio 2015.

Non so se Renzi  insieme al governo si sia accorto che l’ISTAT ci dice che i nati  Italiani siano

 di numero assai inferiore al numero dei morti. Quindi popolazione in calo.

Ci sarebbe da chiedere  a Renzi se ha notizia in ordine alla minore fertilità delle donne ,

 oppure se ciò dipenda  che in queste difficoltà alcune famiglie sono costrette a

 rinunciare ad un figlio.  Il punto decisivo insomma sta nel fatto che non si è mai fatta un

a politica per la famiglia vista nel suo insieme .  Anche gli attuali “assegni famigliari”

sono ispirati ad un altro criterio non esattamente a quello della famiglia. 

 Ma torniamo per ora al “bonus bebè” .  Scartata l’ipotesi che possa  avere un carattere

 retroattivo e perciò esteso a chi al primo gennaio ha un bambino con età inferiore

a tre anni e per una durata  di tre anni che forse porrebbe qualche problema ,

rimane però da approfondire perché fermo rimanendo il tetto dei primi tre anni

  a chi al primo gennaio 2015 avrà un anno non gli viene dato almeno

 per i futuri due anni , cioè fino al compimento del terzo.  Non si andrebbe forse

meglio incontro alla sostanza piuttosto che alla “cabala” della nascita dopo il 1 gennaio 2015?

  Non si intaccherebbe il principio della operatività del “bonus” nei primi tre anni ,

ma averne  zero al primo Gennaio  o uno sarebbe la stessa cosa, salvo cessare

 comunque al compimento del terzo anno del bambino e non della legge.

 Insomma il “bonus “ va agganciato all’età del bambino e non alle date della legge .

 Questo quindi è il primo grande limite . Dal primo gennaio si nasce con un piccola  ” dote” e chi è nato prima nemmeno una “ dote” parziale.       MI SEMBRA UN PARADOSSO INCREDIBILE?.

Collegamento permanente dell'immagine integrataVorrà  dire che i bambini fino a tre anni si distingueranno tra chi ha il “bonus” e chi no lo ha? . Per essere nato toppo presto o troppo  tardi.

 Seconda osservazione . Non è del tutto giusto che atteso che viene erogato a fronte di una richiesta accompagnata dal nuovo modello  ISEE ( e tutti ne conosciamo i limiti)  siano previste due fasce.  Infatti  i genitori che avranno un redditi tra 8 e 24 €  tutti 80 € mensili (960 annuali) e quelli al disotto degli 8.000€  il doppio. Anche qui vorrei che qualcuno del Governo spiegasse quanta differenza pasa tra chi percepisce 7.900 € ( e saranno molti) e chi ne percepisce 8.100 (molto pochi). Ad evidenziare il paradosso ci pensa lo stesso “Bonus.”

 Facciamo una piccola simulazione per chiarirci meglio.

1-Famiglia con un redito ISEE di 7.900 € annui ( 7.900 +1920 ( 960 x 2) doppio bonus = €  9.800 annui complessive).

2- Famiglia con  reddito ISEE di 8.100 € annui (  8.100 + 960 ( 80 x12 Bonus ) normale =€ 9.060

Annui complessivi.) .  La prima famiglia  avrà disponibili  740 € in più.

Non commento perché tanta è la ovvietà .

Allora mi chiedo se ferma rimanendo la spesa non sarebbe stato più giusto o fare più fasce perché gli 8.100 non sono certo come i 24.000 € ; oppure aggiungere una quota inversamente proporzionale  con la crescita del reddito magari stabilendo un minimo ed un massimo perché non si arrivi ad  integrazioni(bonus) ridicoli anche per l’esiguo  l’importo.

Evidentemente non siamo abituati a pagare in modo proporzionale (ingiustamente ) anche le tasse e perciò non siamo capaci nemmeno di erogare le agevolazioni con il medesimo criterio tranne applicarlo in modo inverso.

Ma forse è troppo semplice ed è un pretendere troppo, da questa politica e da questo Governo.

                                                                                Ottavio Nulli Pero.