D. L. COMPETITIVITA'

15.06.2016 02:39

 

   DI TRAVERSO

 
 

 

    D.L. COMPETITIVITÀ

 
Dagli ambienti vicini al Governo si apprende che il medesimo sta lavorando ad un DL che dovrebbe aiutare la competitività delle imprese  sui mercati Interni ed esteri.  Innanzitutto occorrerebbe  però sapere perché la nostre imprese non sono competitive. Dove è in sostanza  l’anello debole che ci fa perdere competitività altrimenti si può legittimamente temere che si faccia il decreto ma che pochi lo utilizzino nel modo giusto,  Del resto esempi di questo tipo non ci mancano altrimenti la ripresa ci sarebbe veramente e sarebbe visibile e non quello strano oggetto che in pochi dicono di  vedere. Che non ci  siano nemmeno i segni della ripresa lo osserviamo attraverso l’aumento addirittura della disoccupazione ormai giunta a  livelli insopportabili con tutti i guasti economici e sociali che si sta trascinando dietro.  Non avrebbero senso i fiumi di inchiostro che tutti scrivono su di una generazione che non ha un presente ne un futuro, Partire quindi da questo assunto è d’obbligo per chi è chiamato ad assumere decisioni che facciano da stimola alla economia e che riversano effetti positivi sulla collettività.  Dubito però che anche questa volta siamo sulla strada giusta. Si afferma che il nuovo decreto legge si articola su sei punti ritenuti portanti rispetto ai risultati che dovrebbe generare.  Vale allora  la pena di esaminare i diversi punti per capire quali possono essere utili al fine dichiarato.    1 – Bonus fiscali per i cervelli che rientrano dall’estero. Una misura questa già sperimentata da anni e che non ha mai dato nulla. Chi è all’estero ed è un vero  cervello  pagato bene , con molte soddisfazioni non torna certamente in Italia per ritornare a fare l’apprendista.  Ma se lo Stato non riesce a fermare quelli che escono ogni anno, magari anche con una” borsa di studio da ricercatore da 2.000 €  coma farà a far rientrare quelli che ormai sono fuori e ne prendono 7-8  mila? . Non vorrei offendere nessuno ,ma semmai rientrano( salvo sempre casi particolari) i meno capaci che non hanno trovato sistemazione all’estero. Ma non sono quelli che ci servono a cui dobbiamo dare paghe alte e detassate. O no?   Per competere servono le eccellenze vere , non i pezzi di carta dei titoli di studio dei quali l’Italia ne è piena.
 
                              
 – Bonus fiscali per chi adotta una startup, assumendosi almeno il 20% delle quote . Nei primi anni può scaricare tutte le perdite operative. In sintesi i debiti li paga lo Stato dopo tre anni se rendono ; i soldi se li prende il privato non (chi ha investito )ma chi non ha rischiato nulla. In sintesi è una misura che tende a far sparire il rischio d’impresa. Ma allora che imprenditore è? Un imprenditore “che imprende” con i soldi dello Stato?. E’ una follia . Perché allora non dare anche il salario garantito a prescindere dai risultati dell’impresa? In sintesi si capovolge l’alea del rischio che è tipico di qualsiasi società capitalistica. 3  “Visti facili” per imprenditori stranieri che vengono ad  investire in Italia.   Ma  perché sino ad oggi gli stranieri che investono in Italia hanno avuto problemi con visti?  Ma dove e da chi?  Ma diamo i visti agli immigrati anche clandestini ed occorre una legge per gli imprenditori che vogliono investire in Italia?  Meglio non commentare.
4   Niente tasse per chi investe in immobili pubblici o delle Assicurazioni.  . Questo ha solo il significato di un’altra” picconata” agli immobili privati , e dare ricchezza a chi investe acquisendo capitale immobiliare pubblico .  Tutti sanno che gli investimenti su immobili destinati ad attività pubbliche rendono molto di più degli altri e sono  a rischio zero. Che cosa c’entri peraltro con una legge sulla competitività è onestamente da capire.  5 .  I privati anche se non appartenenti al comparto delle banche possono acquistare i debiti delle “ sofferenze bancarie ( pagandoli poco ) e dando alle banche capitale fresco che dovrebbe essere utilizzato per finanziare altre imprese. 
In sintesi  le sofferenze le gestiscono gli strozzini con le loro leggi, ed i soldi che provengono da tali acquisti ritornano nelle casse delle Banche che decidono a chi fare nuovi credit o no. Insomma un mercato secondario di titoli “ i famosi tossici “a grande rischio, che tornano legittimamente sul mercato)  Questa è la misura più vergognosa perché  di fatto rendo legittima anche l’usura e fa rientrare nel circuito del credito le finanza direttamente.    In sintesi sarà ancora di più la finanza a decidere lo sviluppo e non l’impresa economica sostanzialmente sana.  Anche in questo caso si capovolge il principio fondamentale su cui si regge l’ Economia “  sana che dovrebbe ricorrere al mercato per ricercare le risorse.  In Fondo le Borse sono nate per questo scopo , cioè le aziende si procurano il denaro attraverso la compravendita delle azioni, con l’accortezza  di aumentare gli investimenti e perciò aumentare il valore dell’impresa in modo che il capitale finanziario non riesca mai a controllare l’impresa ma ad investire sul suo futuro.   6 – In sintesi significa ammettere alla compravendita del denaro; per finanziare le aziende, anche soggetti estranei all’attività bancaria e nemmeno imprenditori ma solo finanziatori.     Gli stessi finanziatori che maneggiano anche le sofferenze bancarie.       E con ciò le chiavi della cassaforte sono state consegnate allo strozzino.
Questo è la sintesi del decreto competitività di Renzi.  Un decreto che strangolerà le imprese, un po più deboli e che hanno bisogno di denaro e di innovazione perché solo da li può venire il lavoro e nuova ricchezza, che può alimentare veramente i consumi e  la ripresa economica del Paese.
 
 
      Ottavio Nulli Pero.