IL PROFESSORE E LE "SCIENZE DELLA POLITICA"
Cittadini ignoranti o politici in mala fede?
Potere ai partiti o ai cittadini?
Di Ottavio Nulli Pero
Ieri ho letto su un giornale una critica di un professore universitario (di scienze della politica), critica rivolta a tutti coloro che in questo periodo discutono di legge elettorale. Più che una critica, mi è sembrata quasi una derisione che investe tutti i cittadini. Francamente mi sono sentito offeso; non tanto io in particolare, ma per conto di quei cittadini .
In sostanza il Professore dice : la materia elettorale è fatta solo per esperti , quindi che ne vuol sapere la gente al bar , il pensionato, l’impiegato, l’operaio ecc.. e,non soddisfatto, afferma che in Italia pochi sono gli esperti dei vari sistemi elettorali, pochi li conoscono veramente e perciò perché discuterne a sproposito?
Chiedo scusa all’amico Professore ,ma sinceramente con quell’articolo ha dimostrato solo l’arroganza di chi ritiene di sapere , il disprezzo verso i comuni cittadini. L’ignoranza di chi dovrebbe sapere ed invece non sa. Lui - il Professore -afferma che i sistemi elettorali al massimo si somigliano ma non c’è ne è uno che sia uguale ad un altro. Quindi lasciamo lavorare gli esperti , ed ognuno si dedichi a far bene il proprio mestiere.
Per un certo verso sono d’accordo , sono così tanto d’accordo che il professore universitario è tra i primi che dovrebbe aiutare a capire e perciò a fare il proprio mestiere , altrimenti perché pagarlo ? Per farci spiegare che i comuni cittadini dovrebbero essere estromessi da questa discussione.? Abbiamo votato per 20 anni con un sistema elettorale incostituzionale ed il professore di politica e di diritto non se ne è mai accorto.? I cittadini (ignoranti) - che non sono professori e che lui critica - invece si , se ne sono accorti e come, perché da tanto che sono stufi di votare su liste bloccate.
Ma aldilà di questo ,crede veramente il Professore che il cittadino non conosca gli effetti perversi delle liste bloccate ? Non sa che con le liste bloccate si restituisce il potere alle segreterie nazionali dei partiti e non ai cittadini per scegliere da chi farsi rappresentare? Non capisce che in questo modo la democrazie nella scelta dei rappresentanti istituzionali muore , mentre si rinvigoriscono le divisioni nei partiti per stabilire chi decide chi deve essere eletto? Insomma si fanno contare più i partiti che la democrazia espressa dai cittadini con il suffragio universale?. Non sa che la crisi della politica è iniziata proprio da qui?. Non sa che così il parlamento non si rinnova mai? Non sa che così è nata la"Casta"? Non sa che il vero sistema corretto come afferma la consulta è quello proporzionale? Dove ogni partito rappresenta per quanto è radicato nella gente? Non sa che nel periodo di maggiore sviluppo Il Paese è stato governato dal sistema proporzionale e con le preferenze che ci hanno lasciato -ed a ragione- i padri della Costituzione. Giusto che poi ci siano degli sbarramenti non alti per ammazzare i partitini , ma solo quanto necessario per evitare la eccessiva frammentazione. La Governabilità si assicura con i numeri ma soprattutto con il prestigio di chi ci governa.
Crede professore che i cittadini non capiscano che un premio di maggioranza che può arrivare anche al 18% non sia una truffa ?
Soprattutto dove la suprema Corte lo ha definito irragionevole ? Ed allora perché del premio di maggioranza non se me può parlare anche al bar o dal barbiere? Stimo certamente gli studiosi di sistemi elettorali come il Prof. Sartori, ma come mai il comitato di saggi (tutti giuristi di fama) non è riuscito a tirare fuori uno straccio di progetto che avesse le caratteristiche di un sistema elettorale corretto e che avvantaggi chi ha le capacità? Un sistena elettorale che avvantaggi chi sa proporre un governo del Paese?
Egregio Professore non c’è l’ho certo con Lei , ma con un sistema che ancora pensa di sopravvivere alle tante critiche , al difetto di aver disaffezionato gli elettori dalla politica ed averli allontanati dal voto. In un momento di grandi difficoltà in cui si rischia anche la tenuta del sistema democratico non è mai sbagliato che i cittadini discutano anche di riforme, compresa quella elettorale che è la matrice da cui deriverà una buona o una cattiva politica.
Mi creda: i cittadini hanno capito tutto e riescono a discernere"il grano dal miglio che lo infesta". Non avranno la terminologia tecnica per spiegarlo , ma il disagio per dissentire sì. Quello lo hanno già dimostrato con il rifiutarsi di votare partiti e candidati che non condividono più. Non faccia, Professore, come il vice-presidente del consiglio che è contrario alle preferenze perché ritiene che poi in lista con il rischio di essere eletti ci andrebbero persone che non sono capaci ; persone che non potrebbero scegliere i partiti perché solo loro (i partiti) sanno (secondo Lui ) quali servono . Il guaio è che quelli che servono ai partiti spesso non servono alla gente.Ed i risultati si vedono. Le chiedo scusa e rimango disponibile per continuare in altra sede. Anche la stessa Università e con la partecipazione dei Suoi allievi, sarebbe una sede sicuramente importante per la formazione degli studenti. Avrebbero almeno l’opportunità di poter scegliere, anche loro,la propria formazione.